Elisa Martinelli è medico chirurgo, specialista in dermatologia e medicina estetica. Oltre alle varie patologie della pelle, segue con particolare impegno l'esame dei nei per la prevenzione del melanoma, unghie e capelli, utilizzando attrezzature specifiche di ultima generazione. Pratica asportazioni chirurgiche ambulatoriali. Nel campo dela medicina estetica si dedica alla bellezza del viso, grazie al fotoringiovanimento e trattamento delle rughe.
sabato 30 gennaio 2010
NEVI E MELANOMA
NEVI E MELANOMA
Il melanoma è un tumore maligno della pelle che origina dai melanociti, che sono le cellule che producono la melanina, che formano i nevi e ci fanno abbronzare quando ci esponiamo al sole. I melanociti si trovano infatti non solo nei nevi ma su tutta la pelle. Questo fatto è molto importante per sapere che il melanoma può si derivare dalla trasformazione maligna di un nevo pre-esistente ma, spesso, nasce ex novo su cute sana, cioè su un tratto di pelle dove prima non c’erano nevi.
Si tratta di un tumore con un alta incidenza, rappresenta infatti il 4° tumore più frequente sia nell’uomo che nella donna. L’età media di insorgenza è 50 anni, senza differenza tra maschi e femmine.
Le cause del melanoma non sono a tutt’oggi completamente note ma sono stati identificati alcuni geni implicati nella sua genesi.
Si conoscono meglio i fattori di rischio che vengono suddivisi in endogeni ed esogeni. Quelli endogeni sono dati dalla familiarità e pertanto connessi alle modificazioni genetiche. La conseguenza di ciò è che, se una persona ha avuto un melanoma o ha dei parenti di primo grado (genitori, fratelli, figli) con un pregresso melanoma, il rischio che ha di sviluppare a sua volta un melanoma è molto più alto, circa il 10% in più, rispetto a chi non ha familiarità. Tra i fattori di rischio esogeni quelli più importanti sono il fototipo della pelle (ossia la carnagione), l’esposizione solare ed il numero di nei. Chi ha un fototipo chiaro, capelli biondi e occhi azzurri, è meno protetto dalle radiazioni solari e quindi più a rischio. Il melanoma, ad esempio, è più frequente al Nord Italia che al Sud, dove le persone hanno una carnagione più scura. Nei neri è un tumore rarissimo che insorge solo sul palmo delle mani e sulle piante dei piedi. Per quanto riguarda l’esposizione solare sono un importante fattore di rischio le scottature solari, ancor più se prese nell’infanzia ed in età giovane adulta. Inoltre, bisogna sottolineare che, quando si parla di esposizione solare, in realtà si fa riferimento alle radiazioni ultraviolette UVA e UVB in generale, quindi oltre al sole, vanno presi in considerazione anche i famigerati lettini abbronzanti che emettono raggi UVA (più pericolosi degli UVB) ad alta intensità, provocando un irraggiamento acuto in pochi minuti. I lettini solari sono dunque decisamente sconsigliati. L’ultimo fattore di rischio è costituito dall’alto numero di nei (più di 100) e dai nei congeniti di grandi dimensioni (più di 20cm).
Da un punto di vista clinico, il melanoma è spesso indicato come il grande simulatore perchè l’aspetto con cui si presenta è molto vario e può assomigliare a tante altre lesioni della pelle, alcune delle quali assolutamente innocue. Ci sono casi in cui sembra una cheratosi seborroica, che altro non è che un isspessimento della pelle di pochi mm che si toglie solo per bellezza. Altre volte ha un colore chiaro rosato o rossastro e può essere confuso con un neo dermico o un agioma che è un groviglio di capillari che in genere si toglie col laser solo per motivi estetici. Questi sono i casi diagnostici più difficili e fortunatamente meno frequenti. L’aspetto più classico del melanoma è quello di una “macchia” scura che con il passare del tempo diventa più grande in superficie, più irregolare per forma, colore e dimensioni, poi più spesso e ulcerato. Il melanoma non da quasi mai sintomi, raramente causa prurito, e questo fa si che sia molto difficile accorgersene in fase iniziale.
Esistono dei sistemi di prevenzione che hanno lo scopo sia di ridurre i fattori di rischio sia di riuscire a riconoscerlo precocemente. Avendo presente i fattori di rischio, le persone che hanno avuto un melanoma o un familiare affetto da melanoma, devono effettuare delle visite complete di tutta la pelle almeno 1 volta all’anno. Quando ci si espone al sole vanno evitate le ore più calde della giornata, dalle 12 alle 3 del pomeriggio, e nelle altre ore bisogna comunque sempre proteggersi con creme foto protettrici, cappelli o magliette per evitare le scottature. Sono utili anche gli integratori solari perchè aumentano la capacità di difesa della pelle verso il sole. L’idea diffusa che fare qualche lettino abbronzante aiuti a preparare la pelle prima delle vacanze è sbagliata. La cosa migliore da fare è quella di esporsi in modo graduale, prima per poche ore, evitando quelle di punta! E’importante infine che la persona guardi periodicamente la propria pelle affinchè possa notare un eventuale cambiamento di un nevo o la comparsa di qualcosa di nuovo. A questo scopo è stata formulata una semplice regola per l’autovalutazione, detta dell “ABCDE”, dove A sta per assimetria, B per bordi, C per colore, D per dimensioni ed E per evoluzione. Quindi si può dire che se un nevo o una macchia è irregolare e/o tende a modificare il proprio aspetto deve far scattare un campanello d’allarme.
La visita dermatologica completa della pelle, per chi non presenta fattori di rischio, andrebbe fatta ogni 2 anni circa. Gli strumenti diagnostici a disposizione del dermatologo per l’esame dei nevi sono solo clinici; non esistono infatti indagini di laboratorio o radiologiche che permettano la diagnosi del melanoma. La visita dei nevi viene effettuata con il dermatoscopio manuale e, per eventuali nevi che mostrino un’irregolarità, si utilizza il videodermatoscopio. Quest’ultimo è un nuovo sistema tecnologico computerizzato in cui un complesso sistema di lenti e luci sono connessi ad un software. Il manipolo, sul quale è presente la lente, viene poggiato sulla lesione da esaminare e ne rimanda istantaneamente l’immagine sul monitor. L’immagine che ci appare non solo è ingrandita ma evidenzia aspetti anatomici della lesione che si trovano più in profondità rispetto alla superficie cutanea, che ad occhio nudo non sarebbero altrimenti visibili, dando al dermatologo la possibilità di un’analisi approfondita delle caratteristiche della lesione che vanno ricercate per distinguere tra lesioni benigne e non. Questa immagine, inoltre, viene salvata in forma di archivio elettronico e quindi permette di fare un confronto reale della lesione a distanza di alcuni mesi, per individuare eventuali minimi cambiamenti.
Nel caso ci si trovi di fronte ad una lesione dubbia o sospetta, quest’ultima può inizialmente essere tenuta sotto controllo confrontando le immagini acquisite col videodermatoscopio ma, in seguito, se il sospetto permane, la lesione deve essere asportata chirurgicamente, con un semplice intervento ambulatoriale, in anestesia locale, e la lesione inviata ad uno specialista istopatologo, che ci fornirà l’analisi istologica e la risposta definitiva.
Una lesione sospetta che viene asportata e analizzata potrà risultare benigna (ci sono infatti dei nei che sono irregolari per forma o colore ma non per questo maligni, o essere una di quelle lesioni a cui il melanoma può assomigliare come la cheratosi seborroica); in altri casi si potrà avere come risposta quella di “nevo displastico”, ossia un nevo in cui i melanociti hanno iniziato a modificarsi ma non sono ancora degenerati in un tumore maligno vero e proprio, una sorta di precancerosi, che una volta asportata non necessita di altri interventi o indagini radiologiche. Nel caso in cui la risposta sia melanoma, deve essere valutata la sua profondità nella cute, per decidere l’iter terapeutico successivo. Se il melanoma è ancora superficiale è sufficiente fare un secondo intervento di allargamento preventivo e nessun altro accertamento. Se invece ha già raggiunto la parte più profonda della cute, oltre al secondo intervento, andranno effettuate tutte le indagini radiologiche necessarie alla identificazione di eventuali metastasi.
E’ importante sapere, come già osservato in precedenza, che in caso di diagnosi di nevo displastico o di melanoma, il paziente dovrà effettuare la visita dei nevi almeno 1 volta all’anno o più spesso nel caso in cui il melanoma sia più profondo.
In conclusione, è importante ribadire che , essendo il melanoma un tumore maligno grave , non deve essere sottovalutato e, di conseguenza, è consigliabile effettuare le visite periodiche dei nevi per avere la possibilità di fare una diagnosi precoce.
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