Elisa Martinelli è medico chirurgo, specialista in dermatologia e medicina estetica. Oltre alle varie patologie della pelle, segue con particolare impegno l'esame dei nei per la prevenzione del melanoma, unghie e capelli, utilizzando attrezzature specifiche di ultima generazione. Pratica asportazioni chirurgiche ambulatoriali. Nel campo dela medicina estetica si dedica alla bellezza del viso, grazie al fotoringiovanimento e trattamento delle rughe.
sabato 6 febbraio 2010
CARCINOMA SQUAMOCELLULARE
Il carcinoma spinocellulare, o squamocellulre, è un tumore maligno che deriva dai cheratinociti dell’epidermide ed è in grado, seppur raramente, di dare metastasi a distanza.
La sua frequenza è sicuramente sottostimata, essendo circa 8 volte più frequente del melanoma, il quale costituisce il quarto tumore più frequente nell’uomo.
I fattori di rischio principali sono: le radiazioni ultraviolette naturali (sole) e artificiali (lettini abbronzanti), il fototipo chiaro (pelle chiara, occhi azzurri, efelidi) e l’età medio-avanzata.
Altri fattori predisponenti sono di tipo ambientale, come fumo, catrame, petrolio, oli minerali, arsenico, radiazioni ionizzanti, e di tipo individuale, come le terapie immunosoppressive (es chemioterapia), radioterapia ed alcune malattie genetiche (albinismo). Vi sono inoltre alcune patologie cutanee preesistenti che predisongono allo sviluppo del carcinoma, come le ulcere croniche, la radiodermite, il lichen sclero-atrofico e le infezioni da parte di particolari ceppi di papilloma virus.
Nella maggioranza dei casi tuttavia, il carcinoma spinocellulare nasce su cute esposta sia ex novo sia soprattutto dalla degenrazione di una cheratosi attinica.
Clinicamente si manifesta come una lesione rilevata sulla superficie cutanea, di colore rosso-marrone, talvolta crostosa al tatto, che con il tempo diviene più larga, più rilevata, ulcerata e sanguinante. Ad ogni evoluzione visibile sulla superficie della pelle, corrisponde una crescità in profondità della neoplasia.
La terapia di prima scelta è l’asportazione chirurgica radicale del carcinoma, in ambito ambulatoriale. La lesione così asportata viene poi inviata all’istopatologo per l’esame istologico. Questo esame è fondamentale oltre che per la diagnosi di certezza della malattia, anche per sapere la profondità raggiunta dal tumore. Sarà questa l’informazione in base alla quale si potrà decidere se l’asportazione chirurgica è stata risolutiva (non vi sarà dunque necessità di fare altro) o se, viceversa, si dovrà effettuare un secondo interento di allargamento e lo studio radiologico dei linfonodi e di altri distretti corporei per escludere eventuali metastasi.
E’ doveroso sempre ricordare, da un punto di vista della prevenzione, soprattutto nei soggetti predisposti, l’importanza di una corretta esposizione solare e i controlli periodici della propria pelle da parte di uno specialista.
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